Recentemente nelle sale italiane è stato proiettato il film dal titolo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro D'Avenia. Il film racconta la storia di un ragazzo che si innamora di una sua coetanea, la quale sviluppa una malattia che colpisce sopratutto i giovani ed i bambini causandone, nella maggior parte dei casi, la morte: la leucemia.
Il protagonista maschile prova a combattere questa malattia iscrivendosi a un registro di donatori di midollo osseo e successivamente lo dona ad un paziente che però non è la sua amata.
Ma cos'è il midollo osseo e a cosa serve?
Il midollo osseo è il tessuto che nel nostro organismo genera il sangue. Esso non va confuso con il midollo spinale che fa parte del sistema nervoso e pertanto funge da neurotrasmettitore.
Dato che il midollo osseo è un tessuto, esso si rigenera di continuo diversamente da un organo o dallo stesso midollo spinale. Pertanto non si incorre in alcuna carenza o rischio prelevandolo o donandolo, cosa che in molti invece credono sostenendo l'ipotesi, errata, di una possibile paralisi all'apparato motorio. Esso può essere donato o attraverso aferesi o per prelievo dalle creste iliache.
Gli effetti della donazione sono di un'enorme portata per il ricevente e per il donatore.
Il paziente attraverso il trapianto riceve la possibilità di sconfiggere la malattia e riprendere la sua vita laddove sembrava volersi interrompere.
Ma cos'è la leucemia?
La leucemia è un tumore che colpisce il midollo osseo generando globuli bianchi che aggrediscono e distruggono le altre componenti del sangue.
Quando il paziente riceve la notizia della sua malattia è come se ricevesse una condanna a morte poiché senza un'efficace cura la dipartita avviene, in media, entro sei mesi. Molte volte le cure farmacologiche come la chemioterapia hanno effetto, ma talvolta l'unica via di salvezza è rappresentata da un trapianto. Per effettuarlo occorre avere un donatore che presenta un corredo cromosomico compatibile a quello del malato, cosa tutt'altro che semplice poiché è statisticamente misurato che tale compatibilità tra non consanguinei si aggira ad uno su centomila. È come cercare un ago in un pagliaio.
Tutto ciò è noto al paziente ed ai suoi cari.
Purtroppo questo male colpisce sopratutto bambini e giovani.
Scoprire questa malattia implica un sconvolgimento emotivo enorme su tutti. I famigliari dei malati ne risultano distrutti per ovvi motivi e il paziente, talvolta, è anche chiamato a consolare i propri cari.
Sapere che da qualche parte nel mondo c'è una persona che pur non conoscendo il ricevente è disposto a donare una piccola parte di se per salvarlo ha un effetto rincuorante che, in alcuni casi, facilita anche la guarigione.
Nel 50% dei casi, però, purtroppo non si trova un donatore compatibile e la malattia fa il suo decorso fino alla tragica conclusione.
Questo è stato ben rappresentato nel film dove Beatrice, la protagonista femminile, muore di leucemia a causa della mancanza di un donatore idoneo.

Il donatore per il mondo è solo una persona ma per il paziente è il mondo, e questa consapevolezza lo rende un individuo unico e speciale.
In conclusione, non bisogna aspettare che qualcuno a noi caro si ammali per poter cambiare il destino di qualcuno.
Masciopinto Eloisa Sofia
Nessun commento:
Posta un commento