martedì 14 maggio 2013

Duecento anni fa: la moda in Europa e a Bari

Il 25 aprile del 1813 Gioacchino Murat pose la prima pietra del borgo nuovo di Bari, all’incrocio tra l’attuale corso Vittorio Emanuele e corso Cavour. Nel bicentenario si coglie l’occasione per rivolgersi al passato e capire che cosa è mutato in questi due secoli: dalle auto al posto delle carrozze, alle ragazze in short rispetto agli abiti lunghi delle bisnonne. Nel 1813, in particolare, era di moda lo stile Neoclassico, cui subentrò lo stile Impero ispirato all’abbigliamento degli antichi Romani. Nella scultura, allo stesso modo, si vide il ritorno di pose classiche su modello delle statue antiche e nella letteratura vi furono continui richiami alle mitologie latine.
L'indumento principale era un vestito lungo fino alla caviglia, dritto e leggiadro, con colori chiari per richiamare l’aspetto marmoreo, segnato da una cintura, o una sciarpa, posta sotto il seno, che doveva fluttuare ad ogni passo della dama. Le braccia erano solitamente nude, la sola parte coperta erano le spalle, chiuse in una corta manica a palloncino; le scollature, quadrate, erano molto ampie. Con l’incoronazione di Napoleone si aggiunse una sorta di “grembiule”, di pizzo o della stessa stoffa del vestito,  arricchito da ricchi intarsi d’oro e d’argento. Con il passare degli anni lo stile Impero si modificò lentamente: le scollature si restrinsero un poco, divenendo da quadrate a punta, e ben presto scomparvero, coperte dalle chemisettes, camicette a collo alto, di tessuto leggero o mussola. Dal 1815 in poi, spalle, collo e petto dovevano essere rigorosamente coperti, in contrasto con le nudità del decennio precedente. Le scollature furono accettate solo negli abiti da sera. Gli abiti maschili dell’'800 erano costituiti dal frac, dalla redingote, dal gilet e dai calzoni. Il frac, giacca molto aderente in vita, aveva il petto convesso e le maniche gonfie in alto, con le falde corte, in armonia con la moda femminile dal vitino evidenziato e del petto in fuori. Il collo all'inglese, rimasto in voga fino ad oggi, era tagliato a zig zag ed era di colore nero o blu scuro. La fantasia si liberava attraverso i gilets, che nel 1827, per un periodo divennero 'gilets giraffa', ossia gialli con le macchie marroni, ispirati all’animale esposto al Jardin des Plantes, di Parigi. Se non erano 'giraffati', però, i gilets potevano essere ricamati o fatti di tessuti ispirati all'antichità. I calzoni un po’ corti a taglio tubolare, detti 'americani', erano considerati più eleganti di quelli ereditati dal Settecento, che vedevano i pantaloni restringersi sulla caviglia grazie a quattro o cinque bottoncini. Questo capo aveva sempre colori sobri, tendenti al marrone.
Di certo i Baresi dell’epoca di Murat seguivano queste mode e le sfoggiavano per andare a teatro o per partecipare a matrimoni, balli e cene nei palazzi aristocratici.

Francesca Carbonara
Lucia Cascione
Giulia Mastandrea

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