martedì 14 maggio 2013

I "Polmoni" del murattiano

Gli spazi verdi della città fra Ottocento e Novecento

È possibile definire il quartiere murattiano di Bari un agglomerato di cellule, dato che si compone di isolati su una “maglia” quadrangolare regolare. Una costante che è possibile individuare in ogni edificio che ne fa parte, è la presenza di un nucleo centrale circondato da abitazioni. Spazi ispirati alla tradizione che guardano con decisione al futuro. Soluzioni di nuovissima concezione in un contesto storico di grande prestigio.
I giardini “di Murat” nascono per soddisfare le esigenze di chi ricerca uno spazio abitativo raffinato, prezioso, accogliente e versatile.
Il quartiere murattiano di Bari, realizzato dal 1813, si estende tra la ferrovia e la costa con strade a reticolo ortogonale e costituisce assieme alla Città Vecchia l'odierno centro urbano della città. Il quartiere prende nome da Gioacchino Murat, il quale inaugurò e sostenne, durante il suo governo a capo del Regno di Napoli, la costruzione della nuova zona a ridosso dell'antica città medievale. Esso è sicuramente il posto più vibrante del capoluogo. La zona, infatti, ospita tra i più frequentati e vitali luoghi della città come piazza Giuseppe Garibaldi e suoi rigogliosi giardini, piazza Massari, piazza 4 Novembre, piazza Umberto su cui prospetta maestoso il palazzo dell'Università degli Studi, costruito a fine Ottocento e piazza Cesare Battisti, ormai irriconoscibile a causa della realizzazione di un parcheggio sotterraneo, che ne ha stravolto l’aspetto originario.
Per quanto riguarda piazza Garibaldi, invece, essa è la più vasta del centro; puntellata da alberi, aiuole ed elementi naturali è una delle piazze più verdi.
Un giardino importante è quello di piazza 4 Novembre, punto d’incontro tra il lungomare Augusto e il lungomare Nazario Sauro. La piazza è caratterizzata dalla presenza dei busti di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Massari, due dei più grandi protagonisti del Risorgimento. Al centro si trova una fontana monumentale di buona fattura. Le statue, così come i giardini, necessitano di interventi di manutenzione e restauro.
Dopo la costruzione del palazzo dell’Ateneo avvenuta tra il 1868 e il 1889, nel quale si impiantò l’Università nel 1925, per la prima volta a Bari sgorgò la tanto attesa acqua nel 1939 dalla fontana di quella che ancora oggi è una piazza frequentatissima: piazza Umberto. Essa costituisce uno snodo importante fra la stazione, l’Università e via Sparano. Oggi è prevalentemente frequentata da gruppi di extracomunitari e di giovani stranieri che hanno tra i suoi viali un luogo di ritrovo.
I giardini della città, è evidente, non sono solo un luogo da contemplare, dove passeggiare: per essi possono essere pensate finalità ecologico-naturalistiche, didattiche, scientifiche, museali, ricreative, economiche. Possono diventare laboratori di ricerca a cielo aperto, creando forme di interesse differenziato che invoglino i diversi fruitori alla loro frequentazione.


Angelantonio Altamura
Valeria De Pinto
Francesca De Salvatore
Federica Vurro
 

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