venerdì 3 maggio 2013

Bari: costruzioni di famiglia

Tra la fine del ‘700 e i primi anni dell’‘800 (momento in cui sta sorgendo il Borgo Murattiano: la posa della prima pietra avvenne il 25 aprile 1813), l’attività edilizia a Bari procedeva sia nella città antica sia nella nuova. Ad esempio nella piazza dei Gesuiti fu costruito nel 1716 il palazzo Calò Carducci.
In quest’anno il capostipite Giuseppe fu aggregato alla nobiltà barese. Al limitare dell’attuale salotto della città, piazza del Ferrarese, oggi molto amata dai giovani, ancora nell’ ‘800 fu edificato il palazzo Starita, che si distingue per la meridiana in facciata.
Se si percorre la muraglia, oltrepassando le absidi della basilica di San Nicola, ecco la mole compatta del settecentesco palazzo de Gemmis, con lo stemma della famiglia sulla facciata. Ma dai primi anni dell’ ‘800 l’attività edilizia più massiccia si registrò nel borgo nuovo. Lungo la strada principale, corso Vittorio Emanuele, fu costruito il palazzo del barone Onofrio Ferrara.
Negli anni Novanta del XX secolo il palazzo è stato acquistato e restaurato dalla Banca Apulia che vi ha impiantato la sede centrale. Oggi ospita spesso mostre d’arte contemporanea al pianterreno, manifestazioni e balli in costume che rievocano l’epoca della sua nascita nel piano nobile. In piazza Massari, inoltre, fu costruito il palazzo Diana, dieci anni dopo la posa della prima pietra del Borgo.
La famiglia Diana apparteneva all’alta nobiltà barese e possedeva già un palazzo nel borgo antico, ma dato il suo ampliamento decise di costruire un nuovo palazzo vicino al teatro Piccinni. Lungo Corso Cavour ad un’altra famiglia benestante si deve il teatro Petruzzelli, costruito su progetto dell’ingegner Angelo Messeni, cognato di Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori di origine triestina che presentarono il progetto del teatro approvato nel 1896 dal Comune della città, cui apparteneva il suolo.
Il Petruzzelli fu inaugurato il 14 febbraio 1903 con la presenza della famiglia e di tutti i cittadini più rappresentativi, i quali assistettero alla rappresentazione de Gli Ugonotti di Meyerbeer. Grazie all’operosità delle famiglie più note della città, Bari si lanciava fiduciosa nel XX secolo.


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