Via Sparano oggi è il regno delle cose belle riguardo all’abbigliamento e all’eleganza del made in Italy. Un tempo era la via in cui si risvegliava l’olfatto dei Baresi per l’aroma del caffè e dei pasticcini provenienti dai diversi bar sparsi lungo la via. La strada prende il nome dal giurista Sparano vissuto nel XII secolo. Distogliendo lo sguardo dai negozi e alzando gli occhi verso l’alto, si è colpiti dall’architettura varia, dal liberty al classico all’eclettico, al razionalismo dei palazzi del ventennio fascista.
La stessa chiesa di San Ferdinando, costruita nell’Ottocento ebbe un restyling razionalista. Eppure, stili così eterogenei riescono in qualche modo a essere in simbiosi tra loro.
Via Sparano si raggiunge dalla stazione con la bella facciata liberty. Si pensi che un’ultima proposta di Renzo Piano prevedeva la realizzazione di una seconda facciata, speculare a quella del prospetto, sull’Estramurale, ma tale proposta non è stata mai approvata. I Baresi continuano ad avvertire i binari come una faticosa interruzione della comunicazione fra due quartieri.
Chi è più avanti negli anni ricorda che un tempo, uscendo dalla stazione e volgendo lo sguardo a destra, vi era il palazzo monumentale della Gazzetta del Mezzogiorno, colpevolmente abbattuto e sostituito da un palazzo di vetro e cemento. Dalla piazza della stazione, intitolata allo statista Aldo Moro, ci si immette presto in Piazza Umberto I, un giardino storico con aiuole e alberi, alcuni risalenti all’Ottocento.
Fra la stazione, situata a ovest della città, e Piazza Chiurlia, a est, ci sono circa ottocento metri da percorrere attraversando via Sparano. Tutte le altre vie del borgo sono disposte a scacchiera rispetto a tale arteria.
Se il “salotto buono” di Bari era via Sparano ancora negli ultimi decenni del Novecento, quando i giovani si ritrovavano la sera in alcuni angoli della strada, oggi il luogo preferito dai ragazzi si è “trasferito” in piazza del Ferrarese. Inizialmente questa piazza era un via vai di commercianti che esponevano e vendevano la merce (il nome si deve a un mercante del ‘600 di Ferrara). Ora di sera la piazza brulica di giovani e di eventi che movimentano la città. Rimane però sempre piacevole passeggiare per via Sparano dove l’eleganza dei negozi è ormai connaturata con lo stile della via, sempre in continuo cambiamento ed evoluzione a discapito delle vecchie abitudini fatte di rivendite di stoffe, mercerie, bar e librerie ora in via d’estinzione. Passeggiando per via Sparano ci s’imbatte in musicisti di strada, venditori di biglietti della lotteria, signore intente a fare shopping, ragazze che affollano i negozi delle catene commerciali.
Con la stazione alle spalle dall’altezza di via Putignani, via Sparano è una sorpresa a ogni traversa, infatti dall’incrocio con via Putignani si vede in fondo la sagoma rossa del teatro Petruzzelli, dall’incrocio con via Calefati si può ammirare la Banca d’Italia e infine dall’incrocio con via Abate Gimma l’ottocentesca Camera di Commercio.
Nessun commento:
Posta un commento