martedì 28 maggio 2013

Video Flash Mob










FLASH MOB







 PREMIAZIONI






flash mob


Una giornata diversa dalle altre.

Bari- 28-05-2013. è uno dei giorni più attesi dai ragazzi dell' I.I.S.S. "De Nittis-Pascali", la giornata dell'arte.
Occasione per tutti gli studenti mettere in mostra tutto il duro lavoro, compiuto durante l'anno scolastico, un modo per far vedere a tutti quello che siamo. Dalle classi di pittura, alle classi di architettura e design, per finire con quelle di fotografia e design della ceramica, tutte si sono riunite nella sede succursale del "De Nittis-Pascali", che oggi ha aperto a tutti le porte per questa ricorrenza. Mentre nelle aule si espongono tele, nell'atrio della struttura ci si intrattiene con flash mob ed esibizioni dal vivo tra writer, musica, e premiazioni per i progetti che abbiamo svolto durante l'anno scolastco.
                                                                                                                        Carbonara Francesca
                                                                                                                        Cascione Lucia













martedì 21 maggio 2013

Followers di fama!

"Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti". Warhol già negli anni sessanta del Novecento,forse anticipatamente, si accorge di ciò che saranno i fenomeni mediatici e del raggiungimento di quella "breve fama" che caratterizza il XXI secolo. Se è un personaggio come Warhol ad affermarlo, lui che ha sfruttato al massimo il consumismo evidentemente qualcosa di vero c'è! Oggi il sistema mediatico tende a sostituire personaggi dello spettacolo con gente comune trasformandola in fenomeni pubblici: in una società come quella attuale in cui i sogni, le aspirazioni sembrano essere solo tre: soldi, potere e fama. La massima aspirazione dei giovani d'oggi, spesso supportati dalle famiglie,è partecipare a reality e talent anzichè mirare a professioni come quella del medico, dello scienziato, del politico. Ma se è proprio dall'alto che si sbaglia? Spesso sono proprio politici, personaggi illustri a dare il cattivo esempio, pertanto come si può pretendere che i giovani la pensino direttamente e non aspirino al denaro e al successo? In qualche modo si sceglie la strada più facile che talvolta si rivela anche la più redditizia: pensiamo, per esempio,al rapper Fedez, a Clio o Justin Bieber che semplicemente postando video su Youtube hanno raggiunto il successo; oppure Marco Mengoni, Emma Marrone, Noemi che dopo aver partecipato a talent show come Amici e Xfactor hanno subito firmato contratti discografici. Molteplici sono, quindi, i modi per ottenere quella notorietà tanto attesa: Youtube, Facebook, Twitter ecc...; chi per particolari doti o qualità, chi per un'impresa eroica, per aver pubblicato un libro, per una nuova scoperta scientifica. Addirittura negli ultimi anni capita di diventare famosi per delle azioni negative, ricordiamo tutti il famoso "zio Michele" di Avetrana oppure Schettino della Concordia. Basta davvero poco per essere considerati famosi e popolari. Accedendo a Facebook innumerevoli sono i video o foto che immortalano in particolari momenti ridicoli, strane imprese, doti canore e artistiche, oppure semplicemente foto con una macchina lussuosa, un'impennata sul motorino o ancora una strana posa con un animale domestico con l'unico scopo di ottenere centinaia di "mi piace" e svariati commenti che li rendono popolari per pochi istanti. Basta, quindi, soltanto creare un blog o una pagine web, pubblicare video o foto per raggiungere il successo? A molti l'unica cosa che interessa è apparire e contare per la società, ma infondo questa gloria è passeggera: dura solamente 15 effimeri minuti.
 Clotilde Losacco
Coppola Adriana

L'arte è speranza

Scommettere con l'arte, significa credere che il talento e la passione, possono essere motore di
rinascita, individuale e colletiva. Ma in realtà : che cos'è l'arte?
È un concetto vasto e articolato, l' unione di talento, creatività e intuito. Un talento innato:
scritto nel DNA dell'artista, visibile dalle mani sporche di colore e dai primi mesi di vita.
L'artista offre se stesso, il proprio sacrificio, il tempo della sua vita. Ha il desiderio di
esprimersi, crea perché ha il bisogno di farlo. Studia, approfondisce tecniche con la ricerca di
nuove forme e tendenze. Diventa "qualcuno"quando realizza le sue opere , prima racchiuse in
idee, le quali a poco a poco si materializzano e interagiscono con il fruitore o il critico.
L'arte più vicina al presente, ai nostri giorni è l'arte contemporanea, dove si affrontano temi di
attualità, speranza, l'incertezza del futuro nel tempo della crisi e altri sentimenti che prenderanno
forma nelle espressioni e ispirazioni.
Gli artisti in genere sono chiamati ad esprimere le loro emozioni con vero talento, in un periodo
dove è difficile credere, dove viviamo in gravi difficoltà economiche, spesso cause di gesti
estremi. Ecco il vero artista è colui che riesce cogliere un messaggio netto e preciso di facile
lettura ed enuncia che la speranza è il filo che divide la volontà di andare avanti, e cercare una
via d'uscita da quella di porre fine alla sofferenza.
E quando con macchie di colore ricopriamo una tela bianca, tutto questo potrebbe scomparire.
Maggi Maria

Duecentoverdi


Si terrà a Giovinazzo l’inaugurazione di una mostra dedicata al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.

 
Si tratta di un’esposizione, tenuta nella sala Felice, composta da dieci totem, ognuno rappresentante un periodo della vita dell’artista, la mostra inoltre vede esposti documenti unici ed autentici del grande maestro orientati alla documentazione semplice e popolare delle sue opere.

 
Questa mostra è finalizzata alla riscoperta di uno dei più grandi artisti dell’800.

Le sue composizioni e i suoi melodrammi fanno parte tutt’ora del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo.

 
Verdi è considerato infatti uno dei più celebri compositori italiani di tutti i tempi.

L’intera mostra inoltre sarà accompagnata da sottofondi in sala delle aree più conosciute dell’artista ponendo lo spettatore in un clima di magia ed emozione.
 

The Sims, il diamante più prezioso al mondo.


The Sims è una serie di videogiochi di simulazione ideata da Will Wright. La serie, nel suo complesso, ha venduto più di 100 milioni di copie diventando la serie di videogiochi più di successo della storia dei computer. Il suo simbolo? Un diamante verde.

The Sims è stato il primo simulatore di vita umana, da cui il nome, ovvero  personaggi completi di tratti fisici e caratteriali diversi tra loro, che nascono, vivono, si riproducono e muoiono. Abitano delle case da costruire e arredare, hanno un lavoro, guadagnano monete e vivono esistenze che ricordano quelle delle persone vere. Una delle ragioni di maggior successo del gioco sta nella possibilità di aggiungere contenuti personalizzati. Ogni cosa, nel gioco, può essere personalizzata: l'aspetto dei personaggi, il loro abbigliamento, l'arredamento delle case, gli elementi architettonici delle costruzioni, le piante e gli alberi, i negozi, i ristoranti, ecc.

Questa possibilità ha fatto nascere una community molto attiva. Numerosi sono in tutto il mondo i siti e i forum dai quali è possibile scaricare oggetti, vestiti e volti, anche di personalità famose del mondo dello spettacolo.

Si sta dunque assistendo ad una vera e propria Sim mania che coinvolge un pubblico che va dai più giovani fino a coinvolgere gli adulti. Il gioco, nato nel 2000, non hai mai smesso di sorprendere il suo pubblico e in questi giorni promette, dopo The Sims 2 e The Sims 3, il nuovo The Sims 4 con uscita prevista nel 2014, il successo di The Sims, dunque, sembra non abbia intenzione di arrestarsi. 


Altamura Angelantonio

Dal Rock 'n Roll al R'n'B

Cos’è la musica oggi per noi giovani? E cos’è cambiato negli ultimi vent’anni? Perché oggi è pressoché impossibile trovare cantanti o gruppi musicali che non siano usciti da qualche concorso o talent televisivo e che non durino meno di una stagione? Guardandoci indietro possiamo rimpiangere anni d’oro che hanno visto formarsi i più famosi gruppi musicali a livello internazionale, la culla di questa rivoluzione musicale è stata indubbiamente l’America con l’ineguagliabile Elvis Presley. Con l’arrivo della guerra in Vietnam i giovani iniziano a ribellarsi, da qui nasce la musica di Jimi Hendrix, di Santana e dei Pink Floyd che diventerà intramontabile insieme alle esibizioni dei The Who, di Janis Joplin e Joan Baez all’epocale festival di Woodstock. Andando avanti negli anni vediamo l’arrivo dei Beatles e, per coloro che preferivano rock provocatorio e trasgressivo al leggere rock n’ roll del quartetto britannico, nascono i Rolling Stones. Ma non possiamo dimenticare i pionieri dell’Hard rock e dell’ Heavy metal che nascono proprio intorno al ‘68; i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Black Sabbaht. Ma anche l’Italia ha dato il suo contributo con le stuzzicanti voci di Mina, Adriano Celentano e con i numerosi tormentoni usciti dal festival di Sanremo. I ‘70 sono gli anni di Bruce Springsteen, di Elton John, Stevie Wonder e del quintetto The Jackson 5; ma sopratutto della Disco Music che dominerà il resto del decennio con gruppi come gli ABBA e i Village People. Per gli amanti del rock invece vediamo nello stesso periodo la formazione degli AC/DC e degli Aerosmith. Il primo disco degli Iron Maiden esce nel 1980 e l’anno successivo viene lanciata la rete televisiva MTV che tutt'oggi è una delle maggiori reti influenti nel bussines musicale. Vengono incoronati il Re e la Regina del pop; Micheal Jackson e Madonna. I Bon Jovi e gli Europe hanno il loro periodo più florido proprio in quegli anni e non si fanno mettere da parte dalla nascita dei sintetizzatori e di altri strumenti elettronici che faranno parte dello stile New wave dei Duran Duran e dei Depache Mode. Il Rap e l’Hip-Hop si fanno strada nei più svariati generi degli anni ‘80 insieme a gruppi musicali come i Police, i REM e personaggi femminili come Tina Turner e Bonnie Tyler . All’alba degli anni 90, con la grande esplosione del grunge americano,a dominare la scena arrivano una serie di band che abbandonano le chitarre, preferendo i computer e le tastiere, come i Nirvana. I Queen, gli Oasis, i Pearl Jam, gli U2, i Guns ‘n Roses, i Metallica, i Radiohead, Lenny Kravitz, i Dream Theater, Sting, i The Cranberries e i The Verve lanciano singoli e album che cambieranno il corso della storia della musica. E arriviamo a meno di dieci anni fa con l’affermazione del Rap attraverso Eminem; con l’House Music; l’Alternative con i Muse, i Linkin Park e i Coldplay e L’indie con i Kings of Leon e i The Killers. In questi anni la fama arriva anche per alcuni teen-idol; Hilary Duff e Jesse McCartney, ma non è destinata a durare. Il genere più sviluppato è l’R’n’B in cui si ritrovano Rhianna, Beoncè e Alicia Keys. In Italia i cantanti di questo decennio che hanno avuto maggior successo sono stati artisti come: Zucchero, Vasco Rossi, Ligabue, Giorgia, Laura Pausini e Jovanotti. Alla fine di questo percorso lungo la storia musicale possiamo arrivare alla conclusione che la musica si adatta alle esigenze della nostra società. Per rispondere alla domanda “Cos’è la musica oggi per noi giovani?” possiamo dire che essa costituisce la colonna sonora della nostra vita. Ci accompagna dalla mattina alla sera e cambia al variare delle nostre emozioni e dei nostri bisogni; rock melodico per gli innamorati, rap per chi ha bisogno di caricarsi, metal se hai bisogno di sfogarti, pop e tecno per i festaioli e blues per i malinconici.

Social Network

I social network sono strumenti fondamentali per la comunicazione dei nostri giorni. Quasi tutti se ne avvalgono e molti ritengono di non potere fare a meno e che senza di loro le relazioni interprsonali sarebbero compromesse. Ma un social natwork cos'è? Si tratta si una sorta di "piazza" virtuale all'interno della quale ci si scambiano opinioni, immagini, musica e si condividono con persone anche sconosciute e lontane momenti e aspetti della propia esistenza reale. I più diffusi e conosciuti social networ sono: facebook e twitter, sono utilizzati da persone di ogni età, ma sono imprescindibili sopratutto per gli adolescienti che grazie agli smartphone dedicano la maggior parte del loro tempo libero (e non!) allo scambio di messaggi in rete, spesso non sorvegliati dagli adulti.I momenti di aggregazioni si sono notevolmente ridotti e spesso i giovani preferiscono la comunicazione multimediale a quella diretta, e i giovani in rete a quelli che possono essere praticati all' aria aperta. I vantaggi dei social network sono tuttavia molteplici, la possibilità di poter raggiungere persone, enti e associazioni distanti può essere fondamentale quanti in difficoltà, necessitano aiuti e informazioni che diversamente non saprebbero procurarsi, è noto il caso di una donna che affetta da una malattina rara, ha potuto contattare altre persone nelle sue condizioni, e rintacciare cure medici di cui non conosceva l'esistenza. Ma non si dovrebbero nemmeno sottovalutare, i pericoli e i danni che l'uso eccessivo e non controllato dei social network. Poichè, non ci sono filtri ne alcun genere di controllo sugli utilizzatori della rete, può capitare che malintenzionati contattano giovani, o ingenui facilmente raggiungibili e potenziare vittime di truffe. E' evidente che non è possibile esprimere un giudizio inivoco su questi strumenti:solo un uso consapevole e regolato ne rende efficace l'utilizzo. Valentina Giannelli 3\E

lunedì 20 maggio 2013

Quando un film fa riflettere

Recentemente nelle sale italiane è stato proiettato il film dal titolo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" tratto dall'omonimo romanzo di Alessandro D'Avenia. Il film racconta la storia di un ragazzo che si innamora di una sua coetanea, la quale sviluppa una malattia che colpisce sopratutto i giovani ed i bambini causandone, nella maggior parte dei casi, la morte: la leucemia. 
Il protagonista maschile prova a combattere questa malattia iscrivendosi a un registro di donatori di midollo osseo e successivamente lo dona ad un paziente che però non è la sua amata.
Ma cos'è il midollo osseo e a cosa serve?
Il midollo osseo è il tessuto che nel nostro organismo genera il sangue. Esso non va confuso con il midollo spinale che fa parte del sistema nervoso e pertanto funge da neurotrasmettitore.
Dato che il midollo osseo è un tessuto, esso si rigenera di continuo diversamente da un organo o dallo stesso midollo spinale. Pertanto non si incorre in alcuna carenza o rischio prelevandolo o donandolo, cosa che in molti invece credono sostenendo l'ipotesi, errata, di una possibile paralisi all'apparato motorio. Esso può essere donato o attraverso aferesi o per prelievo dalle creste iliache.
Gli effetti della donazione sono di un'enorme portata per il ricevente e per il donatore.
Il paziente attraverso il trapianto riceve la possibilità di sconfiggere la malattia e riprendere la sua vita laddove sembrava volersi interrompere.
Ma cos'è la leucemia?
La leucemia è un tumore che colpisce il midollo osseo generando globuli bianchi che aggrediscono e distruggono le altre componenti del sangue.
Quando il paziente riceve la notizia della sua malattia è come se ricevesse una condanna a morte poiché senza un'efficace cura la dipartita avviene, in media, entro sei mesi. Molte volte le cure farmacologiche come la chemioterapia hanno effetto, ma talvolta l'unica via di salvezza è rappresentata da un trapianto. Per effettuarlo occorre avere un donatore che presenta un corredo cromosomico compatibile a quello del malato, cosa tutt'altro che semplice poiché è statisticamente misurato che tale compatibilità tra non consanguinei si aggira ad uno su centomila. È come cercare un ago in un pagliaio.
Tutto ciò è noto al paziente ed ai suoi cari.
Purtroppo questo male colpisce sopratutto bambini e giovani.
Scoprire questa malattia implica un sconvolgimento emotivo enorme su tutti. I famigliari dei malati ne risultano distrutti per ovvi motivi e il paziente, talvolta, è anche chiamato a consolare i propri cari.
Sapere che da qualche parte nel mondo c'è una persona che pur non conoscendo il ricevente è disposto a donare una piccola parte di se per salvarlo ha un effetto rincuorante che, in alcuni casi, facilita anche la guarigione.
 Nel 50% dei casi, però, purtroppo non si trova un donatore compatibile e la malattia fa il suo decorso fino alla tragica conclusione.
Questo è stato ben rappresentato nel film dove Beatrice, la protagonista femminile, muore di leucemia a causa della mancanza di un donatore idoneo.
Nel film si fa riferimento all'associazione che in Italia promuove la donazione di midollo osseo informando e stimolando i giovani ad iscriversi al registro donatori: l'ADMO. Chiunque è in buona salute può iscriversi al registro e rappresentare quell'unico individuo al mondo in grado di salvare quella data vita umana. 
Il donatore per il mondo è solo una persona ma per il paziente è il mondo, e questa consapevolezza lo rende un individuo unico e speciale.
In conclusione, non bisogna aspettare che qualcuno a noi caro si ammali per poter cambiare il destino di qualcuno.


Masciopinto Eloisa Sofia









giovedì 16 maggio 2013

Internet come rete mondiale e la sua evoluzione

Internet attualmente rappresenta il principale “mezzo comunicativo” di massa, diffuso nel mondo che può offrire all’utente una serie di contenuti, informazioni e servizi.
Esso rappresenta una delle principali reti di comunicazione attualmente esistenti, infatti è definita “reti delle reti”, ossia un insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo che si collegano tra loro, a cui possono accedere migliaia di utenti che si scambiano tra di loro informazioni di vario tipo. Apparvero così i primi progetti di questo disegno alla fine degli anni 50. Internet, una rete che era nata semplicemente per far comunicare tra loro dei computer ed utilizzata come canale di acquisizione e trasmissione di informazioni, ormai diffusa ovunque e caratterizzata da una pervasività sempre più crescente, si è anche trasformata in uno strumento comunicativo, che produce rilevanti effetti sulla società nel suo complesso e sulle singole persone.
Dagli anni 80 le tecnologie che oggi costituiscono la base di Internet cominciarono a diffondersi in tutto il globo. Nel corso degli anni 90 la popolarità della rete è divenuta massiva in seguito al lancio del World Wide Web, l’Italia fu il terzo Paese in tutta Europa a connettersi in rete. Internet era dunque destinata ad essere una rete dedicata alle comunicazioni di massa , successivamente, però, si assiste ad un’enorme diffusione di accessi internet fino al boom degli anni 2000 dove centinaia di milioni di computer sono connessi in rete, arrivando sino ai nostri giorni alla diffusione sempre più spinta di PC e alle attuali connessioni DSL. Sotto questo aspetto l’evoluzione di Internet dal punto di vista dei servizi richiede anche la trasformazione e lo sviluppo di una banda sempre più larga che ha contribuito alla nascita delle cosiddetti Social Network (Google, Facebook ,You Tube ecc..). La natura globale con la quale è stata concepita Internet ha fatto in modo che, al giorno d’oggi, un’enorme varietà di processori siano incorporati in elettrodomestici, oggetti e dispositivi di uso quotidiano (frigorifero, forno, impianto d’allarme ecc..) e abbiano la funzionalità di connettersi ad internet, attraverso servizi di aggiornamento e distribuzione di informazione, che permette ad ogni processore di comunicare via internet, permettendo in tal modo alla continua evoluzione della Rete, che dà origine alle cosiddetta “Internet delle cose”.
 Grazie all’uso quotidiano di Internet, oggi, abbiamo la possibilità di connetterci da tutto il mondo, anche nei paesi meno sviluppati contribuendo a modificare l'economia mondiale, ma al prezzo di “incidenti di percorso” di elevata gravità, come la bolla speculativa delle dot-com della fine degli anni 90.

Rischi diffusi tra i giovani: dipendenza dai videogiochi

I ragazzi frequentanti le scuole medie e superiori sono maggiormente soggetti a rischi come la dipendenza, tra cui quella dai videogiochi online e non.
I videogiochi, anche se sono per la maggior parte delle volte rischiosi, non sono da criminalizzare, anzi possono avere anche spunti positivi.
Oggi il fenomeno dei videogiochi ha raggiunto dimensioni notevoli. Il centro studi minori ha recentemente illustrato i risultati dell’indagine “minori in videogioco” alla quale hanno partecipato 2037 studenti di 39 diverse scuole italiane. Dallo studio è emerso che il 58,5% degli studenti gioca con i videogame una volta al giorno e il 20,5% due volte al giorno. Uno studente su quattro gioca da uno a tre ore. I generi principalmente apprezzati dagli studenti sono: avventura (29%) e sport (21,5%), anche se coloro che giocano più di tre ore al giorno preferiscono quelli di combattimento. Molto interessante è notare che il 40% dei giocatori si immedesimano nel personaggio del videogioco a cui stanno giocando e il 43% dei ragazzi vengono condizionati nell’umore dall’esito del gioco. Infine tre minori su quattro ritengono che possono avverarsi vari rischi, tra cui la dipendenza, ma solo a chi fa uso di videogiochi più di sei ore al giorno.
Tutto ciò fa pensare e sorgono diverse domande: ma quindi i videogiochi sono buoni e costruttivi o cattivi con solo rischi di dipendenze? La risposta è ovvia: dipende dall’uso che se ne fa, ovviamente l’abuso può essere pericoloso.
Il videogame è portatore di numerosi effetti positivi: rappresenta uno stimolo per le abilità manuali e di percezione, stimola la comprensione dei compiti da svolgere durante il giorno, favorisce l’allenamento alla gestione delle emozioni e lo sviluppo dell’abilità di prendere rapidamente le decisioni. La parte negativa invece, è costituita da video-mania cioè la prolungata esposizione ad un videogame permettendo anche la scarsa abilità visiva; sedentarietà che consegue un rischio di sviluppo di sovrappeso corporeo ed infine droga-games, patologia che colpisce l’individuo non facendolo staccare dallo schermo rifiutando addirittura i pasti. La dipendenza quindi è considerata una vera e propria patologia, perciò il 17 Giugno 2006, l’ANSA ha aperto una clinica che si occupa di cura dalle dipendenze dove i pazienti devono “sopravvivere” per otto settimane nei boschi dell’Olanda stando lontani il più possibile dai videogames.



Un libro per un click


Come mai gli ebook sono entrati in così larga competizione con i libri cartacei? E quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questi nuovi dispositivi?
Negli ultimi anni si è diffuso l’utilizzo di piccoli dispositivi elettronici chiamati ebook, i quali hanno riscontrato subito un gran successo.
Ma come siamo arrivati ad un tale sviluppo tecnologico?
Il progetto del software nacque dal desiderio, da parte di Hart Michael, di creare  una biblioteca elettronica che al giorno d’oggi conta più di 33.000 volumi digitali di qualunque formato e genere. L’ebook reader Cybook Gen 1, comparso quasi vent’anni dopo la nascita del software, che fu il primo supporto per libri digitali. Esso non possedeva caratteristiche avanzate, come l’alta risoluzione presenti in quelli moderni.
Il libro digitale presentava sin da subito, diversi vantaggi come: risparmi di materie prime come la carta; facilità di trasporto e riproduzione; non occupa spazio e permette un risparmio economico poiché i libri in formato digitale costano solo qualche euro.
Lo svantaggio degli ebook è che necessita di un apposito supporto elettronico, come un ebook reader, o di un dispositivo in grado di supportarlo; l'apparecchio elettronico utilizzato dovrà essere caricato mediate l’utilizzo di corrente elettrica.
Gli ebook reader sono molto delicati e un leggero colpo potrebbe causarne la rottura.
Molti  pensano al libro anche come uno strumento su cui è possibile annotare  le sensazioni che la lettura suscita attraverso 
un' evidenziazione, un commento,una piega fatta alla pagina; e si crede che un ebook non consenta questo tipo di personalizzazione.
Si immagina il libro elettronico come qualcosa di impersonale. Contrariamente a questa idea, l’ebook permette con dei semplici comandi di fare rapidamente annotazioni, ricerche, etc, infatti se si leggesse un libro in lingua originale risulterebbe molto più agevole l’utilizzo di un collegamento a un dizionario online piuttosto che svolgere la ricerca su un supporto cartaceo.
È impressionante la facilità con cui al giorno d’oggi sia possibile acquistare un libro senza nemmeno uscire di casa, utilizzando un semplice click, ma probabilmente il libro cartaceo non verrà mai sostituito da quello elettronico.
 
Masciopinto Eloisa Sofia
Furlò Gabriella
Maggi Maria
Giannelli Valentina

martedì 14 maggio 2013

Duecento anni fa: la moda in Europa e a Bari

Il 25 aprile del 1813 Gioacchino Murat pose la prima pietra del borgo nuovo di Bari, all’incrocio tra l’attuale corso Vittorio Emanuele e corso Cavour. Nel bicentenario si coglie l’occasione per rivolgersi al passato e capire che cosa è mutato in questi due secoli: dalle auto al posto delle carrozze, alle ragazze in short rispetto agli abiti lunghi delle bisnonne. Nel 1813, in particolare, era di moda lo stile Neoclassico, cui subentrò lo stile Impero ispirato all’abbigliamento degli antichi Romani. Nella scultura, allo stesso modo, si vide il ritorno di pose classiche su modello delle statue antiche e nella letteratura vi furono continui richiami alle mitologie latine.
L'indumento principale era un vestito lungo fino alla caviglia, dritto e leggiadro, con colori chiari per richiamare l’aspetto marmoreo, segnato da una cintura, o una sciarpa, posta sotto il seno, che doveva fluttuare ad ogni passo della dama. Le braccia erano solitamente nude, la sola parte coperta erano le spalle, chiuse in una corta manica a palloncino; le scollature, quadrate, erano molto ampie. Con l’incoronazione di Napoleone si aggiunse una sorta di “grembiule”, di pizzo o della stessa stoffa del vestito,  arricchito da ricchi intarsi d’oro e d’argento. Con il passare degli anni lo stile Impero si modificò lentamente: le scollature si restrinsero un poco, divenendo da quadrate a punta, e ben presto scomparvero, coperte dalle chemisettes, camicette a collo alto, di tessuto leggero o mussola. Dal 1815 in poi, spalle, collo e petto dovevano essere rigorosamente coperti, in contrasto con le nudità del decennio precedente. Le scollature furono accettate solo negli abiti da sera. Gli abiti maschili dell’'800 erano costituiti dal frac, dalla redingote, dal gilet e dai calzoni. Il frac, giacca molto aderente in vita, aveva il petto convesso e le maniche gonfie in alto, con le falde corte, in armonia con la moda femminile dal vitino evidenziato e del petto in fuori. Il collo all'inglese, rimasto in voga fino ad oggi, era tagliato a zig zag ed era di colore nero o blu scuro. La fantasia si liberava attraverso i gilets, che nel 1827, per un periodo divennero 'gilets giraffa', ossia gialli con le macchie marroni, ispirati all’animale esposto al Jardin des Plantes, di Parigi. Se non erano 'giraffati', però, i gilets potevano essere ricamati o fatti di tessuti ispirati all'antichità. I calzoni un po’ corti a taglio tubolare, detti 'americani', erano considerati più eleganti di quelli ereditati dal Settecento, che vedevano i pantaloni restringersi sulla caviglia grazie a quattro o cinque bottoncini. Questo capo aveva sempre colori sobri, tendenti al marrone.
Di certo i Baresi dell’epoca di Murat seguivano queste mode e le sfoggiavano per andare a teatro o per partecipare a matrimoni, balli e cene nei palazzi aristocratici.

Francesca Carbonara
Lucia Cascione
Giulia Mastandrea

Un borgo di contrasti

L'odierno centro urbano è costituito dalla città nuova, che si estende tra la ferrovia e la costa con strade a reticolo ortogonale, e dalla città vecchia, fra i porti nuovo e vecchio, chiusa a est dalle mura che la separano dal lungomare, con impianto urbanistico medievale.
Tutti sono abituati, camminando per le strade della Bari “nuova”, a concentrare l’attenzione su negozi, boutique e vetrine griffate: la moda sembra essere fonte di vita delle vie, evidenziando l’aspetto consumistico della città. Ma, alzando lo sguardo, ci si rende conto di passeggiare nel “borgo dei contrasti”, un borgo, cioè, dove coesistono edifici di almeno due secoli. Molti furono realizzati nell’Ottocento, altri agli inizi del Novecento, altri ancora negli anni sessanta-settanta del XX secolo. Alcuni edifici sono rimasti invariati nel tempo, molti altri hanno mutato aspetto o funzione, o addirittura non ci sono più.
Osservandoli si viene catapultati direttamente nell’epoca storica in cui sono stati costruiti. Ad esempio, nella via dello shopping, la centralissima via Sparano, palazzetti a due piani dell’Ottocento si alternano ad edifici liberty, a palazzi del ventennio fascista e a costruzioni della seconda metà del Novecento. Vie di contrasti sono anche corso Cavour, dove si nota lo stile eclettico dei primi del Novecento di palazzo Atti e uno stile sicuramente più moderno appartenente agli ultimi decenni del Novecento.
I contrasti, però, non sono solo di natura estetica, ma riguardano anche le caratteristiche del commercio di alcuni decenni fa rispetto all’attuale. Ad esempio, le grandi famiglie che vendevano direttamente al pubblico (Mincuzzi, Sant’Agostino…) hanno ceduto le attività a grandi catene internazionali (H&M, Zara, Benetton…). Palazzo Mincuzzi, che alcuni definiscono il palazzo più bello di via Sparano, mantiene l’aspetto elegante e maestoso dell’Art Nouveau all’interno come all’esterno, ma l’attività commerciale nel 2001 è stata ceduta dalla famiglia alla catena Benetton: è stata come la fine di un’epoca.
Stessa sorte è toccata alla libreria Laterza, che da essere simbolo della cultura barese, frequentata dal filosofo Benedetto Croce agli inizi del Novecento, è passata dagli scaffali e dalle scrivanie in noce della fondazione al restyling degli anni Novanta del Novecento con un arredamento moderno e funzionale costituito da scaffali bianchi, sospesi. Oggi è anche peggio, perché lo spazio della libreria si è ridotto al solo ingresso di via Dante per la cessione della superficie prospiciente via Sparano alla maison Prada.
Tutta la bellezza e l’antichità di questo borgo nuovo, fiore all’occhiello della città e simbolo della sua modernità, sembra pian piano dissolversi, mentre da alcuni anni sta riprendendo vigore la vita nel borgo antico.

Clotilde Losacco
Adriana Coppola
Francesca Colella




I "Polmoni" del murattiano

Gli spazi verdi della città fra Ottocento e Novecento

È possibile definire il quartiere murattiano di Bari un agglomerato di cellule, dato che si compone di isolati su una “maglia” quadrangolare regolare. Una costante che è possibile individuare in ogni edificio che ne fa parte, è la presenza di un nucleo centrale circondato da abitazioni. Spazi ispirati alla tradizione che guardano con decisione al futuro. Soluzioni di nuovissima concezione in un contesto storico di grande prestigio.
I giardini “di Murat” nascono per soddisfare le esigenze di chi ricerca uno spazio abitativo raffinato, prezioso, accogliente e versatile.
Il quartiere murattiano di Bari, realizzato dal 1813, si estende tra la ferrovia e la costa con strade a reticolo ortogonale e costituisce assieme alla Città Vecchia l'odierno centro urbano della città. Il quartiere prende nome da Gioacchino Murat, il quale inaugurò e sostenne, durante il suo governo a capo del Regno di Napoli, la costruzione della nuova zona a ridosso dell'antica città medievale. Esso è sicuramente il posto più vibrante del capoluogo. La zona, infatti, ospita tra i più frequentati e vitali luoghi della città come piazza Giuseppe Garibaldi e suoi rigogliosi giardini, piazza Massari, piazza 4 Novembre, piazza Umberto su cui prospetta maestoso il palazzo dell'Università degli Studi, costruito a fine Ottocento e piazza Cesare Battisti, ormai irriconoscibile a causa della realizzazione di un parcheggio sotterraneo, che ne ha stravolto l’aspetto originario.
Per quanto riguarda piazza Garibaldi, invece, essa è la più vasta del centro; puntellata da alberi, aiuole ed elementi naturali è una delle piazze più verdi.
Un giardino importante è quello di piazza 4 Novembre, punto d’incontro tra il lungomare Augusto e il lungomare Nazario Sauro. La piazza è caratterizzata dalla presenza dei busti di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Massari, due dei più grandi protagonisti del Risorgimento. Al centro si trova una fontana monumentale di buona fattura. Le statue, così come i giardini, necessitano di interventi di manutenzione e restauro.
Dopo la costruzione del palazzo dell’Ateneo avvenuta tra il 1868 e il 1889, nel quale si impiantò l’Università nel 1925, per la prima volta a Bari sgorgò la tanto attesa acqua nel 1939 dalla fontana di quella che ancora oggi è una piazza frequentatissima: piazza Umberto. Essa costituisce uno snodo importante fra la stazione, l’Università e via Sparano. Oggi è prevalentemente frequentata da gruppi di extracomunitari e di giovani stranieri che hanno tra i suoi viali un luogo di ritrovo.
I giardini della città, è evidente, non sono solo un luogo da contemplare, dove passeggiare: per essi possono essere pensate finalità ecologico-naturalistiche, didattiche, scientifiche, museali, ricreative, economiche. Possono diventare laboratori di ricerca a cielo aperto, creando forme di interesse differenziato che invoglino i diversi fruitori alla loro frequentazione.


Angelantonio Altamura
Valeria De Pinto
Francesca De Salvatore
Federica Vurro
 

Dipendenza online… la “malattia” del futuro.

La dipendenza da Internet è un disturbo da discontrollo degli impulsi.
È comparabile al gioco d'azzardo. Diversi ricercatori stanno attualmente valutando l'introduzione della dipendenza da Internet. Molti critici affermano al contrario che la dipendenza da Internet non può essere considerata uno specifico disturbo psichiatrico, ma un grave sintomo psicologico, perciò è stato aperto il primo ambulatorio ospedaliero italiano specializzato nella dipendenza da Internet. La dipendenza da Internet è un termine piuttosto vasto che copre un'ampia varietà di comportamenti. La dipendenza da internet e la dipendenza dai social network sono ormai legate.

Sono stati riconosciuti vari tipi di dipendenza online:

1. Dipendenza cyber-sessuale: gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento di   materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti.
2. Net Gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, i videogame, lo shopping online compulsivo. 
3. Dipendenza cyber-relazionale: gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online. Gli amici dei social network diventano rapidamente più importanti per l'individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici reali.

Un esempio di social network è Facebook, un sito di grande successo. Dopo la sua introduzione si è sviluppato attorno ad esso un interesse sempre crescente e mondiale. Perché tanto successo? Il fenomeno “Facebook”, e tutti i siti di stampo simile, hanno creato l’illusione delle facili conoscenze, dei facili contatti sociali e delle facili amicizie. Un fenomeno che vorrebbe tutti gli individui in contatto fra loro ma in maniera spesso e volentieri superficiale e priva di basi affettive reali. L’introduzione di internet e delle email prima, delle chat e dei forum virtuali poco dopo, e quasi contemporaneamente l’avvento dei cellulari e degli sms; il fenomeno ha avuto origine da qui. Tuttavia un successo così “mondiale” del portale delle facili amicizie ci induce ad una riflessione più profonda e ci spinge persino parlare di “dipendenza”. Trascorrere ore al giorno, tutti i giorni, su Facebook, sottraendo tempo alla vita reale, alle amicizie reali, alla scuola, a se stessi, non può essere considerato un comportamento accettabile, e troviamo giusto parlare in questo caso di vera e propria “facebook-dipendenza”.

Altamura Angelantonio
De Pinto Valeria
Vurro Federica

I colori del borgo


Se si chiede a un Barese qual è il colore del Borgo Murattiano, che cosa risponderà? Sarà forse indeciso fra due colori, pensando al rosso pompeiano del Teatro Piccinni e al bianco candido del palazzo dell’Ateneo.
Un’indecisione che non avrebbe riguardato certo i Baresi  che abitavano all’interno delle mura del Borgo Antico, per i quali la risposta al quesito sul colore della propria città si sarebbe immediatamente risolta nel bianco delle pietre a vista di case e chiese.
Con l’arrivo del generale francese Gioacchino Murat nel 1810, Bari conosce un grande cambiamento estetico. Grazie al viceré si edifica quello che oggi è noto come Borgo Murattiano, caratterizzato da edifici pubblici e dimore aristocratiche, prevalentemente di colore rosso pompeiano alternati ad altri edifici di colore bianco.
Rosso è sempre stato il teatro Piccinni, edificato nel 1854 sul corso Ferdinandeo poi ribattezzato corso Vittorio Emanuele. Sul limitare opposto della strada, sessant’anni dopo, un nuovo teatro fu eretto su un complesso di palafitte: il Margherita, che con il suo bianco contrastava  con l’azzurro vivo del mare. Fu poi tinto di rosso; oggi il teatro sul mare ha perso la sua bellezza iniziale, a seguito di restauri in cui è stato ridipinto di una tonalità terrosa che i Baresi definiscono color “ biscotto al Plasmon”.
Ai primi del Novecento, la costruzione del Margherita fu resa possibile dalla volontà dei cittadini, desiderosi di aprire nuovi teatri in cui mettere in scena le opere. Tra i Baresi più operosi si segnalarono i fratelli Petruzzelli, i quali nel 1903 su corso Cavour inaugurarono un maestoso teatro al quale diedero il proprio nome. L’edificio in origine era bianco, nel tempo ridipinto in rosso pompeiano. Il colore attuale, più simile ad un terra di Siena, si deve alla ridipintura degli ultimi anni, quando il teatro è stato ristrutturato a seguito di un incendio avvenuto nel 1991.
Tra gli edifici di maggior prestigio architettonico Bari possiede la Camera di Commercio, edificata nel 1889, la quale spicca per il bianco della facciata ed è caratterizzata dalla presenza di un giardino alle sue spalle che si affaccia sul meraviglioso lungomare. Qui, sia in questo caso sia in vari altri, sono presenti colori a contrasto: il verde delle piante e l’azzurro del mare, mitigati dal bianco degli edifici.
Uno dei palazzi che meglio caratterizza la Bari novecentesca è Palazzo Fizzarotti sul corso Vittorio Emanuele. La particolarità dell’edificio è l’eccentricità, dovuta alla patina dorata della facciata e alle decorazioni musive che fanno di questo stabile una delle dimore più singolari della città.
Un ritorno alla tipica tinta bianca si ritrova in via Sparano, nella maestosità di Palazzo Mincuzzi, divenuto una delle maggiori espressioni dell’attività commerciale barese. Esso possiede una fastosità di decoro che lo rende simbolo di ricchezza e lo associa per il suo interno ad un teatro.
La domanda con cui si è partiti è ancora aperta, come testimonia questa carrellata di edifici prevalentemente rossi o bianchi. Piuttosto, l’amministrazione civica dovrebbe dotarsi di un piano del colore per evitare che, sia nel pubblico sia nel privato, nella ristrutturazione degli edifici si adoperino tinte non in linea con l’estetica cittadina, come in alcuni casi sta purtroppo avvenendo.

Gabriella Furlò
Valentina Giannelli
Maria Maggi
Eloisa Sofia Masciopinto

Cellulari e apprendiMeglio?!

Oggi, l'85% della popolazione mondiale ha accesso alle comunicazioni mobili, soprattutto studenti di scuole medie e superiori.
I telefoni cellulari, i tablet e i pc portatili stanno cambiando il vecchio banco di scuola e gli istituti più evoluti stanno rinnovando le proprie aule trasformandole in spazi multifunzionali che abilitano nuove modalità di apprendimento, infatti, sono sempre pi gli studenti che portano a lezione i loro apparecchi elettronici di ultima generazione quali smartphone e tablet contribuendo a cambiare il metodo di insegnamento e apprendimento.
Questa è la prima ricerca TRU che mostra che gli studenti delle scuole medie utilizzano anche questi dispositivi per completare i compiti a casa:


Gli stessi studenti affermano che l'uso di questi dispositivi in classe fa crescere in loro la voglia di saperne di più e li motiva all'apprendimento. Tuttavia secondo un sondaggio degli Stati Uniti, la maggior parte degli insegnanti afferma che le tecnologie digitali sono diventate fondamentali per il loro insegnamento: sia per accedere a contenuti, risorse e materiali sia per condividere idee con altri insegnanti che interagire con i genitori e studenti stessi. D'altro canto l'utilizzo di dispositivi elettronici per lo studio non è soltanto un beneficio, ma anche una fonte di distrazione poichè gli stessi spesso vengono utilizzati dagli studenti durante le ore di lezione per accedere a social network, utilizzare varie app, giocare e postare foto.